Dalla fine degli anni ’90 in Giappone è stata descritta una particolare condizione psicologica identificata
da un tipo di ritiro sociale che colpisce principalmente adolescenti e giovani adulti ed è stata chiamata
“Hikikomori”. Questo fenomeno è comunemente evidenziato nelle persone dall’età di 14 anni fino all’età
di 30 anni.
Sebbene questo tema si sia reso noto per la prima volta in Giappone, la pressione e il disagio che
spingono alcuni giovani all’isolamento sociale ha assunto proporzioni drammatiche anche in Italia.
Secondo Hikikomori Italia, attualmente i casi nel mondo sono oltre un milione: di questi centomila sono i
giovani Hikomori in Italia.

CHI SONO GLI HIKIKOMORI?
La condizione degli hikikomori è caratterizzata da un rifiuto della vita sociale, scolastica o lavorativa per
un periodo di tempo prolungato, di almeno 6 mesi, e da una mancanza di relazioni intime ad eccezione di
quelle con i parenti stretti.
Gli hikikomori mantengono le relazioni esterne al minimo e gli unici contatti che sviluppano sono
attraverso l’uso di Internet.

COME RICONOSCERE UN HIKIKOMORI?
La riluttanza a uscire di casa può essere dovuta a diverse cause tra cui: disturbi del sonno, depressione
clinica, fobia sociale o altri tipi di disturbi d’ansia. Anche la dipendenza dai social network è stata
ampiamente associata alla sindrome, poiché i giovani hikikomori finiscono per usarli come unico mezzo
di comunicazione.

LE CAUSE DELLA SINDROME DI HIKIKOMORI
Secondo Hikikomori Italia, ci sono alcune cause importanti per lo sviluppo di questo fenomeno: bullisimo,
sopraffazione, alte aspettative da parte degli adulti.
La scuola è il primo luogo che può aiutarci ad identificare i primi campanelli di allarme, in quanto è il
luogo in cui il giovane può essere maggiormente esposto di bullismo e pressione sociale.
Il progetto è finanziato dal Dipartimento per le politiche della Famiglia, promosso e attuato dall’Istituto
Superiore Einaudi-Pareto e gestito dagli operatori della Cooperativa Qanat.