Nell’ultimo abbiamo affrontato il tema del sexting: quando si perde il controllo delle immagini prodotte,
la loro diffusione sul web e social network è difficilmente gestibile. è bene precisare che in questo caso
non si parla più di sexting ma di revenge porn.
I contenuti del revenge porn possono variare da messaggi di testo con contenuto esplicitamente sessuale
fino alla divulgazione di foto della vittima, nuda o in atteggiamenti erotici; il contenuto esplicito può
essere utilizzato anche come forma di ricatto.
La diffusione delle immagini rappresenta uno strumento di violazione dell’identità della vittima, in
particolare all’interno di una relazione affettiva di coppia, dove uno dei partner diviene vittima
inconsapevole e oggetto di giudizio altrui. Tale condizione può comportare un significativo disagio, sia
nella sfera personale dell’autostima e del senso di adeguatezza, sia nella sfera sociale e interpersonale,
comportando difficoltà relazionali e affettive anche all’interno della dimensione sessuale.
Il revenge porn come forma di violenza digitale è in forte aumento e comprenderlo nelle sue
caratteristiche sarebbe fondamentale per strutturare interventi di prevenzione, educazione e trattamento.
Comprendere cosa c’è dietro un fenomeno sociale, come lo è diventato il revenge porn, permette di
identificare variabili psicologiche e aspetti personologici che contribuiscono alla prevenzione e alla
strutturazione di programmi di intervento specifici, centrati sulle difficoltà e sui bisogni sia della vittima
sia dell’autore del comportamento.
In questi ultimi anni c’è stato un incremento della casistica che ha portato al riconoscimento del fenomeno
quale forma reato, in quanto condotta basata sulla violenza indotta dalla tecnologia. La Polizia Postale ha
segnalato un aumento dei casi di revenge porn nel 2021 rispetto al 2020 pari al 78%.