I social media, oltre che veicolare stereotipi, pressioni e meccanismi di comparazione, rispetto ai “corpi ideali”, fungono da amplificatori di insulti e offese, facilitando, tramite l’anonimato o semplicemente per la percezione di “distanza” rispetto alla persona che viene presa di mira, le derisioni del corpo altrui, con commenti negativi e insistenti su foto personali, meme offensivi che deridono l’aspetto fisico delle persone e discussioni pubbliche sull’aspetto, ad esempio, delle celebrità che spesso vengono estese a chi commenta “in difesa”.
Tuttavia, è importante notare che negli stessi social media trovano spazio campagne di sensibilizzazione, movimenti e gruppi (vere e proprie “comunità di supporto”) che promuovono l’accettazione del corpo e una cultura inclusiva e rispettosa dell’aspetto fisico delle persone, cercando di contrastare tali manifestazioni.
Le stesse piattaforme online hanno una grande responsabilità nel rafforzare le politiche di moderazione dei contenuti violenti e offrire strumenti per segnalare e bloccare gli utenti che agiscono comportamenti dannosi.
Il ruolo del gruppo dei pari è fondamentale nel rafforzare l’idea di come dovrebbe essere un corpo “ideale”, ma viceversa può anche avere un imprescindibile ruolo supportivo e solidale, contribuendo a decostruire tali stereotipi e neutralizzare certe pressioni, supportando l’dea della diversità di ogni corpo e della non centralità di quest’unico aspetto nel costruire la propria personalità e nella relazione con l’altro/a.
Il body shaming è un fenomeno che richiede un approccio educativo e preventivo. In tal senso, l’educazione all’affettività, all’emotività e alle competenze digitali sono azioni necessarie per prevenire forme di cyberbullismo e violenza online, per condividere le giuste informazioni sul corpo che cambia e affrontare le problematiche relative a tali aspetti.
Se vuoi saperne di più o ti va di condividere con noi la tua esperienza puoi contattarci al numero 3279286519.
Lo sportello è finanziato dal Dipartimento per le politiche della Famiglia, promosso e attuata da IISS Einaudi Pareto Palermo e gestito dagli operatori di QANAT Coop. Sociale.
Body shaming

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